LE CARATTERISTICHE DEI BACINI IDROGRAFICI
LE CARATTERISTICHE DEI BACINI IDROGRAFICI
Il territorio dell’AdB della Basilicata comprende sei bacini idrografici, checostituiscono il più significativo e concentrato tributo idrico al mare Joniodell’intero versante Meridionale.
Complessivamente esso ricopre una superficie di circa 8.830 kmq, nel-l’ambito della quale ricadono 118 comuni, appartenenti alle province di:Potenza, Matera, Cosenza, Bari e Taranto (tavola 1 e tabella A).
Salvo che per il Noce, tributario del mar Tirreno, i bacini imbriferi presen-tano una caratteristica forma a martello che muovendo dalla dorsaleAppenninica Irpina a nord-ovest, in direzione sud-est, perdono il lorocarattere morfologico fortemente gerarchizzato tipico dell’AppenninoMeridionale e degradano rapidamente realizzando un pettine di cinquezone vallive strette tra spartiacque che si fondono, dando origine alla pia-nura alluvionale litorale ionica.
La morfologia dei bacini fa sì che nella parte apicale vi sia una fitta reteidrografica secondaria caratterizzata da pendenze considerevoli e tempidi corrivazione brevi cui corrisponde una notevole energia cinetica, signi-ficativi fenomeni di erosione e trasporto solido e, conseguentemente,fenomeni di instabilizzazione dei versanti per scalzamento al piede.
A valle, intorno a quote di circa 400 m. s.l.m., i bacini si restringono rapi-damente fino a distanze medie tra gli spartiacque dell’ordine dei 10 Km. e la rete idrografica perde la caratteristica forma appenninica ad albero,assumendo la configurazione di rete secondaria perpendicolare all’astaprincipale.
A differenza della rete idrografica secondaria apicale, costituita da tor-renti e valloni anche significativi, la rete idrografica secondaria di valle ècostituita da fossi dal modestissimo bacino imbrifero ma che, per effettodella loro pendenza nonché delle caratteristiche geologiche del bacino,
Sorveglianza e ricognizione lungo i corsi d’acqua lucani
inducono fenomeni di erosione e trasporto solido, con conseguenti pro-cessi di instabilizzazione dei versanti.
Questo tipo di reticolo secondario, riscontrabile sino al litorale ionico,erodendo le pendici degli spartiacque, ha originato un territorio calan-chivo estremamente vulnerabile e particolarmente esposto a rischioidrogeologico.
Tavola 1 - Territorio di competenza dell’Adb
Le caratteristiche dei bacini idrografici
Tabella A - I bacini idrografici dell’AdB
Bacini interregionali tributari del Mare Jonio
Bacino interregionale tributario del Mar Tirreno
Bacini regionali tributari del Mare Jonio
Il fiume Bradano è il primo dei fiumi jonici a partire da nord. Esso nascedalla confluenza del torrente Bradanello con una serie di fossi e corsid’acqua minori che scendono dalle pendici del Monte Carmine diAvigliano, in provincia di Potenza, e sfocia nel Golfo di Taranto.
L’asta principale è lunga circa 179 km, ed il bacino ha una estensionetotale di 3.037 kmq.
I rilievi montuosi più elevati si trovano nella parte occidentale e fannoparte della dorsale appenninica lucana. Il rilievo del Monte Carmine, coni suoi 1228 m. rappresenta la cima più alta di tutta l’area.
Sorveglianza e ricognizione lungo i corsi d’acqua lucani
Nonostante l’ampiezza del bacino, che è il più esteso del territoriodell’AdB, il Bradano ha una bassa portata media annua alla foce (circa 7mc/s); ciò a causa delle modeste precipitazioni che sono le più bassedella regione, della predominanza di terreni poco permeabili e della con-seguente povertà di manifestazioni sorgentizie. La scarsità idrica è mani-festata anche dal valore della portata unitaria, pari a 2,67 l/s kmq, che èfra le minori osservate nelle stazioni idrometriche della regione. Pur tut-tavia lungo il percorso dell’asta principale e di alcuni suoi affluenti sonostate realizzate importanti opere idrauliche: la diga di San Giuliano e ladiga di Acerenza, sul corso del fiume Bradano, la diga di Serra del Corvosul Torrente Basentello, al confine tra Puglia e Basilicata, la diga diGenzano sulla Fiumarella di Genzano. Tali invasi sono compresi all’inter-no dello schema idrico del Basento-Bradano, che fornisce l’approvvigio-namento idrico, soprattutto a scopi irrigui, alla parte orientale dellaregione.
Dal punto di vista geologico l’alta valle del Bradano è caratterizzata dagliaffioramenti di successioni cretacico-mioceniche prevalentemente infacies di flysch. I terreni più antichi sono riferiti alla formazione del FlyschRosso Auct; i termini miocenici sono invece costituiti da successioni quar-zoarenitiche (Flysch Numidico) o arenaceo-marnoso-argillose (Forma-zione di Serra Palazzo).
Su tali terreni, poggiano depositi sabbioso-conglomeratici di età plio-pleistocenica.
La media valle ed il tratto terminale del fiume è impostata quasi intera-mente sulle successioni argilloso-sabbioso-conglomeratiche della “FossaBradanica”.
Solo lungo il Torrente Gravina, affluente di sinistra del Bradano, affiorano iterreni della piattaforma apula, rappresentati da calcari dolomitici triassici.
Nei pressi della foce, l’alveo incide i terrazzi marini quaternari, costituitida depositi prevalentemente sabbioso-conglomeratici.
Il fiume Basento nasce dal Monte Arioso in località Fossa Cupa (Pz)nell’Appennino Lucano settentrionale, scorre in direzione nord-ovest sud-est, e sfocia nel Golfo di Taranto.
L’asta principale presenta una lunghezza di circa 170 km, e il bacino rico-pre una superficie di 1.531 kmq.
Il corso superiore è caratterizzato da pendenze piuttosto accentuate, daun regime torrentizio e da un alveo ristretto che incide profondamente iversanti; in questa parte del bacino, caratterizzata dalla presenza di
Le caratteristiche dei bacini idrografici
ampie superfici boscate e da un sistema ricco di sorgenti, il corso delfiume riceve il maggior contributo idrico rispetto al suo intero percorso.
Lungo il corso medio e inferiore la pendenza si riduce notevolmente, ilfiume attraversa depositi argillosi sabbiosi, il letto ha larghezze assaimaggiori delle precedenti e presenta un andamento meandriforme, par-ticolarmente evidente nel tronco terminale.
Anche se caratterizzato da una estensione notevolmente inferiore, ilBasento ha una portata media annua circa doppia rispetto al Bradano(12,2 mc/s alla stazione di Menzena a 24 km dalla foce).
Il bacino è caratterizzato da una scarsa percentuale di superficie per-meabile, scarse precipitazioni nella parte bassa e piuttosto copiose nellaparte più alta dove si riscontra anche una discreta presenza di emergen-ze sorgentizie.
Le caratteristiche geologiche del bacino possono essere schematizzate intre porzioni distinte, relative alla parte alta del bacino, alla parte inter-media e a quella terminale.
La prima porzione è caratterizzata dalla presenza di litotipi riferibili alleUnità Lagonegresi. Tra le sorgenti di Fossa Cupa e l’abitato di Potenza,prevalgono successioni bacinali mesozoiche riferite alla formazione diMonte Facito, dei Calcari con selce, degli Scisti silicei e dei galestri. Su taliterreni, nella zona di Potenza, poggiano discordanti successioni plioceni-che a prevalente componente sabbioso-argillosa. Successioni fliscioidiarenaceo-argillose mioceniche (Flysch di Gorgoglione) sono invece benrappresentate lungo tutto il torrente Camastra, affluente di destra delBasento.
La porzione intermedia, fino a valle dell’abitato di Calciano, è caratteriz-zata dagli affioramenti di successioni bacinali cretacico-oligoceniche(Flysch Rosso) e mioceniche quarzoarenitiche (Flysch Numidico) e arena-ceo-marnoso-argillose (Formazione di Serra Palazzo).
La porzione terminale del bacino è impostata per intero sulle successio-ni plio-pleistoceniche della Fossa Bradanica, e, in prossimità della foce,su depositi quaternari terrazzati.
Il fiume Cavone nasce nella zona montuosa centro-meridionale dellaBasilicata, attraversa in direzione nord-ovest sud-est la provincia diMatera e raggiunge la costa jonica nel Golfo di Taranto.
L’asta principale presenta una lunghezza di 103 km e il bacino si estendeper una superficie di 685 kmq.
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Le caratteristiche orografiche del bacino si presentano piuttosto com-plesse.
Nella parte montana, insieme all’asta principale del corso d’acqua, cheivi prende il nome di Torrente Salandrella, si sviluppa, in destra idraulica,il suo principale affluente, il Torrente Misegna.
Il Salandrella ha carattere nettamente torrentizio, e presenta un alveocaratterizzato da una serie di varici, particolarmente ampie in corrispon-denza delle confluenze.
Il reticolo idrografico presenta numerosi fossi e canaloni a forte penden-za, all’interno dei quali l’azione erosiva dell’acqua comporta il trasportodi grandi quantità di materiale solido, con conseguente scalzamento alpiede di versanti e costoni ripidi.
Nella parte mediana, la più complessa da un punto di vista geologico eidrografico, l’alveo del fiume presenta una maggiore ampiezza, con zonedi divagazione più estese.
Nel tratto a valle della S.S. 176, in cui il torrente Salandrella prende ilnome di fiume Cavone, l’alveo è profondamente incassato con alte spon-de sub-verticali costituite da terreni alluvionali, il bacino si restringe ericeve il contributo di numerosi affluenti dai versanti circostanti.
In questo tratto, dove l’andamento dell’alveo risulta caratterizzato dallapresenza di vistosi ed ampi meandri che si spingono sino a circa 1 Kmdalla linea di costa, la natura argillosa del terreno ha determinato situa-zioni di diffusa erosione da parte delle acque meteoriche, modellando unpaesaggio collinare segnato da incisioni in continuo approfondimento.
Alla complessa orografia del bacino fa riscontro un regime delle precipi-tazioni piovose piuttosto variabile che si concentrano prevalentementenel periodo novembre-marzo, mentre costante ed a volte drammaticarisulta la conseguente siccità estiva.
Le caratteristiche geologiche del bacino sono piuttosto complesse. Ilfiume Cavone nel suo tratto iniziale scorre in un alveo profondamenteincassato in successioni fliscioidi quarzoarenitiche (Flysch Numidico),arenacee (Flysch di Gorgoglione) ed arenaceo-marnoso-argillose(Formazione di Serra Palazzo).
La parte valliva è caratterizzata da un’ampia area pianeggiante, sullaquale si ergono sia corpi argillosi dolcemente modellati, sia calanchi inevoluzione impostati sulle successioni argilloso-sabbiose plio-pleistoce-niche della Fossa bradanica.
L’abbondante trasporto solido, legato alla facile erodibilità delle forma-zioni attraversate, e la debole pendenza fluviale determinano un anda-mento del corso d’acqua piuttosto tortuoso, con formazione di meandri estrette anse in rapida evoluzione.
Le caratteristiche dei bacini idrografici
Nella parte terminale la sommità valliva della sponda destra del fiume ècondizionata da depositi marini terrazzati.
Infine i numerosi fossi e le incisioni laterali costituiscono elementi dinotevole importanza dai caratteri morfologici particolari. Infatti, pur trat-tandosi di corsi d’acqua piuttosto brevi ed asciutti quasi per tutto l’anno,formano delle strette valli profondamente incise nelle alluvioni limoso-sabbioso-argillose incoerenti, deposte in un ciclo precedente.
Il Fiume Agri nasce dalle sorgenti del Piano del Lago tra Monte Maruggioe Monte Lama, a quota 1300 s.l.m, e sfocia nel Mar Jonio, nel territorio delcomune di Policoro.
Esso si sviluppa per 132 km, e il suo bacino ha una estensione di 1.715kmq.
Il corso dell’Agri si può dividere in due tratti: il tratto montano, che vadalle origini fino a valle dell’abitato di Marsiconuovo, presenta pendenzenotevoli, e scorre in una stretta valle di terreni argillosi; il tratto vallivo, daMarsiconuovo fino al limite dell’invaso del Pertusillo, presenta pendenzeminori, che si riducono ulteriormente a valle della diga del Pertusillo, ovesi estende l’area denominata Val d’Agri.
Dal punto di vista geologico il tratto montano del fiume è impostato suterreni riferiti alle successioni Lagonegresi. Più in particolare, si tratta diterreni mesozoici a componente argillosa (Formazione di Monte Facito), aprevalente componente lapidea (Calcari con selce, Scisti silicei) e marno-so-siliciferi (Galestri).
In prossimità del territorio di Marsico Nuovo, la valle si apre in una vastapianura colmata dai depositi fluvio-lacustri, perimetrata da importantilineamenti tettonici. Mentre in sinistra orografica continuano ad affiora-re i terreni prima descritti, in destra affiorano potenti successioni calca-reo-dolomitiche riferite alla piattaforma sud appennica. Si tratta di suc-cessioni intensamente fratturate e carsificate, sede di importanti acqui-feri.
A partire dall’invaso del Pertusillo e fino alla confluenza con il torrenteRaganello, il fiume scorre incassato in successioni fliscioidi arenaceo-argillose mioceniche riferibili al Flysch di Gorgoglione.
Ad eccezione del tratto compreso tra la confluenza del Torrente Sauro ela Stretta di Gannano, dove il fiume attraversa terreni argilloso-marnosied arenacei di età cretacico-miocenica, il fiume si sviluppa fino alla foceattraversando le argille, le sabbie ed i conglomerati plio-pleistocenici delbacino di Sant’Arcangelo.
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Infine, nel tratto prossimo alla foce, il fiume, con andamento meandrifor-me, si sviluppa nell’ambito di depositi quaternari marini terrazzati.
Il fiume Sinni nasce sul versante orientale del Monte Sirino-Papa e per-corre da ovest a est l’estremo settore meridionale della Basilicata. Essosi sviluppa per 110 km, e il suo bacino idrografico ricopre una superficiedi 1.617 kmq.
Il Sinni ha una considerevole portata media annua, conseguenza delnotevole afflusso meteorico, e pertanto lungo il suo corso sono stati rea-lizzati gli invasi artificiali di Masseria Nicodemo e Monte Cotugno.
La parte interna del bacino presenta un diffuso carattere montuoso, conquote mediamente al di sotto dei 1000 m.
Nel primo tratto la valle è stretta e il fiume mantiene un andamento uni-cursale.
Nel tratto successivo, fino alla confluenza con il torrente Serrapotamo, lavalle si apre notevolmente, l’alveo si allarga e il corso d’acqua si suddivi-de in diversi rami attivi.
In prossimità dell’abitato di Valsinni hanno inizio le zone pianeggianti,che si sviluppano fino al litorale jonico.
Dal punto di vista geologico il tratto montano del bacino è caratterizzatodagli affioramenti di calcari mesozoici dell’Appennino Lucano e dellacatena del Pollino. Calcari del trias, in particolare, affiorano lungo la dor-sale montuosa che dal Sirino si prolunga a Nord fino alla Serra Giumenta,in sovrapposizione tettonica sugli scisti silicei della stessa epoca, cheaffiorano a quote molto elevate.
In destra orografica fino a Castelluccio affiorano calcari dolomitici, puredel trias, emergenti dalle formazioni fliscioidi eoceniche.
Affioramenti di serpentine, gabbri e scisti granatiferi si hanno sulla destradel Sinni, principalmente in corrispondenza della Tempa La Guardia, adEst di S. Severino Lucano, il cui abitato risulta totalmente edificato sulleserpentine.
Lungo la valle montana del Sarmento, affluente di sinistra del Sinni, affio-rano successioni mesozoico-terziarie riferite alle formazioni del Frido,delle Crete nere, del Saraceno e di Albidona.
La media e bassa valle del Sinni, a partire da Francavilla, è caratterizzatadagli affioramenti di successioni plio-pleistoceniche marine, argilloso-sabbioso-conglomeratiche che nella parte terminale vengono sostituiteda terrazzi marini quaternari. Lungo la dorsale Valsinni-Colobraro affiora-
Le caratteristiche dei bacini idrografici
no successioni cretacico-mioceniche rappresentate dalle formazioni delleArgille Varicolori, del Flysch numidico e della Serra Palazzo.
Il fiume Noce è l’unico corso d’acqua appartenente al territorio dell’AdB,tributario del Mar Tirreno.
Esso nasce dalle falde meridionali del M. Rocca Rossa e dai contraffortioccidentali del M. Sirino, e sfocia nella Piana di Castrocucco, a circa 8 kma sud di Maratea; si sviluppa per 54 km e il suo bacino idrografico ricopreuna superficie di circa 418 kmq.
Nell’ambito del bacino si riscontrano vari sottobacini di una certa impor-tanza aventi forme e caratteristiche diverse, definiti dagli affluenti delcorso principale.
Fra questi particolare risulta la Fiumarella Tortora la quale, confluendo adappena 1 km dal mare, può considerarsi indipendente rispetto al bacinostesso.
Il regime idrologico del fiume Noce è caratterizzato da una grande varie-tà delle portate dovuta, fra l’altro, alle rilevanti pendenze della rete idro-grafica e alla modesta ampiezza del bacino.
La piovosità è abbastanza elevata, la stagione più piovosa è l’inverno. Adeccezione di limitate zone aventi elevate altitudini, anche per ragioni diordine climatico, durante la stagione invernale non vi sono accumuli per-sistenti di neve, sicché le precipitazioni defluiscono prontamente versovalle, con tempi di corrivazione molto brevi.
Le portate di magra, per le ridotte dimensioni delle aree drenate dai sin-goli torrenti, assumono valori molto bassi, addirittura di secca per la granparte.
Maggior rilievo hanno invece le piene, caratterizzate da punte assai ele-vate, che si manifestano durante la stagione piovosa ed in genere in cor-rispondenza di precipitazioni intense e violente. Sono appunto questeprecipitazioni e le ondate improvvise che ne conseguono, con il loro cala-re rapidamente a valle, a produrre effetti calamitosi e, in più occasioni,pregiudicando equilibri piuttosto precari. Geologicamente i terreni sono costituiti da materiali più resistenti all’e-rosione lungo i bordi del bacino, mentre nella parte mediana e bassa pre-valgono formazioni sciolte o a prevalente contenuto argilloso più espostea fenomeni morfogenetici talora interessanti vaste aree.
Nell’area è presente gran parte delle Unità stratigrafico-strutturali meso-cenozoiche che costituiscono l’ossatura dell’Appennino campano-lucano.
Sorveglianza e ricognizione lungo i corsi d’acqua lucani
Più in particolare nel tratto montano affiorano le successioni carbonati-che riferite alla piattaforma sud appenninica e quelle calcareo-silico-mar-nose attribuite alle Unità Lagonegresi.
La media e bassa valle del Noce è caratterizzata oltre che dalla presenzadelle unità di piattaforma, anche da successioni mesozoico terziarie diprovenienza interna (Formazione del Frido e delle Crete nere).
Sono inoltre presenti coperture più recenti costituite da depositi sabbio-so-conglomeratici e detritici di origine continentale attribuibili alQuaternario, sostenute dalle predette Unità.
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